RITMO, TEMPO, MISURA, DIVISIONE
24 Febbraio 2019FRASI E MOTIVI
25 Febbraio 2019Dorico
Modo minore la cui scala è data dalla serie di intervalli: 1 – 2 – b3 – 4 – 5 – 6 – b7 – 8. La caratteristica più importante è la presenza del sesto grado maggiore.
Eolio
Modo minore che corrisponde alla scala minore naturale. I suoi intervalli sono: 1 – 2 – b3 – 4 – 5 – b6 – b7 – 8.
Frase
(EP.5)
Per spiegare cosa sia una frase musicale possiamo usare un’analogia: la frase è in musica quello che il verso è in poesia. La frase presenta una certa regolarità nel numero delle battute, che generalmente sono 4 o 8. La sua caratteristica principale è quella di venire avvertita come un elemento compiuto di pensiero musicale; inoltre, a meno che essa non comunichi in qualche modo un senso di termine o di conclusione, generalmente implica la necessità di essere seguita da una nuova frase. Essa è ciò che segna l’inizio e la fine di un dato elemento melodico, e anche il punto di partenza per quello successivo. (Walter Piston)
Una divisione della linea musicale, in qualche modo paragonabile ad una clausola o frase nella prosa. Altri termini utilizzati per tale divisione sono periodo, semi-frase, doppia frase, ecc. Non c’è nessun motivo nell’utilizzare questi termini, considerate l’infinita varietà di situazioni che si ritrovano in musica. Solo con melodie molto semplici, specialmente quelle che si ritrovano in alcune danze, questi termini possono essere ragionevolmente utilizzati, ad esempio semi-frase per indicare un’unità di due misure, frase per una di quattro, doppia frase per una di otto, doppio periodo per una di sedici. (Harvard Dictionary of Music)
Frigio
Modo minore la cui scala è data dalla serie di intervalli: 1 – b2 – b3 – 4 – 5 – 6 – b7 – 8. La caratteristica più importante è la presenza del secondo grado minore.
Ionico
Modo maggiore che corrisponde alla scala maggiore. Gli intervalli sono quindi: 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7 – 8.
Lidio
Modo maggiore caratterizzato dal quarto grado aumentato. Gli intervalli sono quindi: 1 – 2 – 3 – #4 – 5 – 6 – 7 – 8.
Locrio
Unico modo tra quelli derivati dalla scala diatonica ad avere il quinto grado diminuito. La serie di intervalli che costituiscono questa scala sono: 1 – b2 – b3 – 4 – b5 – b6 – b7 – 8
Misolidio
Modo maggiore caratterizzato dal settimo grado minore. Gli intervalli sono quindi: 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – b7 – 8.
Modalità
Uso di formazioni armoniche e melodiche basate sui modi ecclesiastici, in opposizione a quelle basate sui modi maggiore e minore (tonalità). (Harvard Dictionary of Music)
Modo
Termine utilizzato per due concetti completamente differenti, entrambi radicati nella musica medievale: uno relativo alla 1) costruzione delle scale e uno relativo al 2) ritmo. Modo, nel senso più ampio della parola, riguarda la scelta dei suoni organizzati in una scala, che costituiscono la base tonale di una composizione. […] In un senso più ristretto, il termine modo si riferisce solo a quelle scale che tornano indietro ai modi ecclesiastici. (Harvard Dictionary of Music)
Motivo
(EP.5)
Viene denominato motivo un breve elemento tematico, che può essere melodico, ritmico o entrambe le cose, e che é soggetto a ripetizioni e trasformazioni. Un motivo è tematico in quanto si ripete ed è riconoscibile; nello stesso tempo non si tratta in genere di una melodia indipendente, ma di solito viene usato come parte di una melodia. (Walter Piston)
Un motivo ritorna costantemente nel corso di un brano: è ripetuto. La sola ripetizione porta di solito alla monotonia. La monotonia può essere superata solo attraverso la variazione. […] (Arnold Schönberg)
Una breve figura dal carattere riconoscibile che ritorna nel corso di una composizione o di una sezione come elemento unificante. Il motivo si distingue dal tema o soggetto in quanto molto più breve e solitamente frammentario. Infatti, i motivi sono spesso derivati dai temi che vengono frammentati in elementi più piccoli. Anche due sole note bastano a costituire un motivo, se sono sufficientemente caratterizzate melodicamente o ritmicamente. (Harvard Dictionary of Music)
Ritmo
Nel suo senso primario, la sensazione di movimento in musica, con una forte implicazione di regolarità e differenziazione. Il respiro (inalazione e esalazione), la pulsazione cardiaca (sistole e diastole) e le maree (flussi e riflussi) sono tutti esempi di ritmo. Ritmo e movimento possono essere analizzati separatamente, dove con il primo si intende il movimento nel tempo e con il secondo il movimento nello spazio (altezze). Una melodia può essere separata nella sua struttura ritmica e in quella di movimento, ma ognuna qualifica l’altra. (Harvard Dictionary of Music)
Tonalità
Fedeltà a una tonica, nel senso più ampio della parola. […] Mentre nel canto Gregoriano e in altre musiche monofoniche le relazioni sono puramente melodiche, si incontra una situazione molto più complessa nella musica armonizzata. Attorno al 1700 divenne generalmente accettato un sistema di funzioni tonali basato sulla definizione di tre accordi principali -la tonica, la dominante e la sottodominante- come promotori del movimento sia armonico che melodico. […] Nell’uso corrente tonalità e modalità si escludono a vicenda, con la prima che si riferisce a musica scritta in una tonalità (maggiore o minore) e l’altra a brani scritti, o che mostrano l’influenza, nei modi gregoriani. (Harvard Dictionary of Music)
1 Comment
[…] La volta scorsa mi sono occupato di quello che in maniera molto generica viene indicato in musica come ritmo, riconoscendo al suo interno gli elementi costitutivi di tempo, ritmo propriamente detto e metro. Nel fare questo avevo anche accennato brevemente ai concetti di frase e motivo. (Se hai bisogno di rinfrescare un po’ la memoria o non hai idea di cosa sto parlando puoi dare un’occhiata al Prontuario dei Termini Musicali) […]